Aerowatch: Renaissance, Les Grandes Classiques e 1942

19 giugno 2015
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Il proverbiale savoir faire elvetico nell’arte orologiera può vantare un altro interessante esempio nella Maison Aerowatch, con più di un secolo di attività alle spalle.

Venne fondata, infatti, nel 1910 dalla famiglia Gutmann a La Chaux-de-Fonds; il suo nome inglese fu scelto per sottolineare le ambizioni di espansione internazionale, mentre il suo riferimento all’universo dell’aviazione stava a significare il desiderio d’imporsi e “decollare” rapidamente sul mercato dell’orologeria. I pregevoli modelli da tasca o “a pendente” realizzati dall’azienda s’imposero subito all’attenzione e, nel suo processo di sviluppo, Aereowatch si trasferì prima a Fleurier e, poi, nel 1935 a Neuçhatel.

Nel 1942, la Maison fu rilevata da Maxime Crevoisier, che stabilì una nuova sede produttiva sempre a Neuçhatel, specializzandosi sempre di più nella realizzazione di sofisticati esemplari da tasca. Nel 1959 Georges Crevoisier, figlio di Maxime, prese in mano le redini di Aerowatch, sviluppando il network distributivo in oltre 30 Paesi: una strategia che, unitamente alla cura dei rapporti e delle pubbliche relazioni con una clientela sempre più consolidata, determinò un’importante riconoscibilità a livello internazionale. Georges rimase al timone fino al 2001, quando, per motivi di età cedette l’attività a Denis Bolzli.

Dopo aver trasferito la manifattura a Le Noirmont, Bolzli, unitamente ai figli Adeline, Fred-Eric e Jean-Sébastien, nel 2005 dette una fondamentale svolta strategica al brand presentando, nel 2005, la prima collezione Aerowatch di modelli da polso, da un lato ispirati dagli orologi vintage da tasca del proprio passato, in omaggio ad una consolidata tradizione e, dall’altro, oggetto di scelte estetiche più mirate e proiettate verso il futuro. Evidentemente, nessuna concessione è stata fatta sotto il profilo qualitativo e i meccanismi Swiss Made impiegati, manuali ed automatici, quali Unitas, ETA-Valjoux, Sellita e Dubois-Dépraz, confermano un livello di affidabilità assoluta. Nel 2008, dopo sette anni a Le Noirmont, la Aerowatch SA si è spostata a Saignelégier, in un lussuoso stabile del 1896, in Rue des Sommêtres: un passaggio motivato dalla volontà di implementare decisamente il contenuto manifatturiero dei segnatempo del marchio.

Nel 2010 il centesimo anniversario è stato festeggiato con un modello celebrativo, l’Anniversary Skeleton Chronograph, ed è avvenuto il lancio della collezione “Homage 1910” dedicata al mondo dell’aviazione. Infine, nel 2013, il retail network internazionale ha toccato i 450 punti vendita (120 in Svizzera), con una buona presenza nel continente asiatico. Il direttore vendite e marketing Jean-Sébastien Bolzli afferma: “Tutti i movimenti, rispondenti ad elevati standard di precisione, sono personalizzati ed ulteriormente raffinati in azienda con interventi di finitura. L’intento è quello di mettere a disposizione di un vasto pubblico una simile qualità tecnica, definendo prezzi estremamente competitivi ed emergendo positivamente sul mercato. I nostri clienti sono profondi conoscitori dell’orologeria e possono permettersi marchi molto riconosciuti, ma cercano nel contempo qualcosa di nuovo, di esclusivo,con il connotato dell’accessibilità”.

Quale esemplificazione di questa necessaria introduzione, proponiamo in queste pagine, tre modelli significativi, a cominciare dal Renaissance Skeleton Transparency, in acciaio da 45 mm (2.600 euro il prezzo), dotato del noto calibro manuale Unitas 6497-1 (18.000 a/h), completamente scheletrato e a vista sia sul fronte che sul retro in virtù dell’impiego di un doppio vero zaffiro; l’armonia tradizionale dei ruotismi in movimento è completata da altrettanto classiche sfere Breguet azzurrate, a percorrere un rehaut graduato con la scala oraria. L’eleganza si fonde con una sportività sussurrata nel Les Grandes Chronograph in edizione limitata a 499 pezzi; in acciaio da 42 mm (3.450 euro), è equipaggiato con il calibro automatico ETA-Valjoux 7750 (28.800 a/h), modificato con l’indicazione del datario analogico sul rehaut a lancetta centrale e con l’aggiunta delle fasi di luna al 3. Sul quadrante laccato nero gl’indici trapezoidali applicati e le sfere a bastone sono trattati “rosegold”, mentre i pulsanti sono classicamente a sezione rettangolare.

E chiudiamo con il 1942 Automatic Moonphase, in acciaio da 42 mm (2.100 euro) d’impostazione squisitamente d’antan con le anse di tipo “a filo” seppur di spessore più consistente, la corona oignon, la lunetta scalinata e la finitura squisitamente lucida: quale prima linea da polso lanciata nel 2005, la 1942 s’ispira ai modelli da tasca Aerowatch e, in linea con il trend di periodo, prevede una variante di quadrante blu soleil, con datario analogico al 6 (trattato a filets  circulaires), legato all’indicazione delle fasi lunari al 10. Il movimento automatico è il Sellita SW 200, accompagnato dal modulo di data e fasi lunari 9231 di Dubois-Dépraz.

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