Intervista a Nicola Andreatta CEO di ROGER DUBUIS

07 luglio 2022

Diamo il benvenuto sulle nostre pagine al Ceo di Roger Dubuis, Nicola Andreatta, che abbiamo incontrato a Ginevra durante il Salone di Watches and Wonders.

La Clessidra dal 1945: La prima domanda è relativa proprio al Salone a cui stiamo partecipando: ritiene sia una svolta, un cambio di passo, anche in relazione al fermo obbligato degli ultimi due anni di pandemia?

Nicola Andreatta: Il Salone è fondamentale, personalmente ho partecipato a ben 30 Baselworld e un paio di volte Watches and Wonders, per Roger Dubuis ma penso sia importante per tutti i brand partecipanti. Con questo Salone si può prendere il palcoscenico e parlare di orologeria, per celebrare la nostra “arte” e per riconnettere tutti gli addetti ai lavori. Il digitale resta fondamentale, non esiste metodo per resistere a questa onda che raggiunge qualsiasi industria, però a mio parere resta comunque una estensione dell’esperienza fisica, soprattutto quando si parla dei nostri pezzi e delle nostre complicazioni, con un livello di attenzione al dettaglio, bello tramite il digitale, ma dal vivo è un vero capolavoro. La sensorialità resta quindi fondamentale.

L.C.: Affrontiamo la questione dei materiali: in questo momento di fine marzo 2022 qualche materiale, per via della situazione geopolitica inizia a scarseggiare. Voi come brand siete all’avanguarda per ricerca ed innovazione, pensa che ci sarà una qualche sorta di contraccolpo per approvigionamenti od ostacoli?

N.A.: Assolutamente no, ed anzi se dovesse succedere, questo non farebbe altro che spingerci a trovare qualcosa di diverso e di più semplice da approvigionare. In più ultimamente stiamo lavorando con compositi ed altri materiali che necessitano meno di materie prime e quando abbiamo visto che ci poteva essere qualche problema di compositi, realizzati in collaborazione con Lamborghini, ne abbiamo acquistato un quantitativo maggiore facendone scorta risolvendo il problema.

L.C.: Alcuni mercati sono “chiusi”, alcuni turisti non sono presenti e molti brand si stanno dedicando alla cura del cliente locale, Voi come vi state orientando su questo contesto?

N.A.: Non è una novità che l’Europa abbia sofferto maggiormente rispetto ad altri paesi, credo sia semplicemente una questione di tempo, quindi vediamo una accelerazione dei trend in generele, con la necessità di diventare molto più agili nel gestire le nostre risorse, quindi allocazione rapida, comprensione di ciò che sta accadendo sul mercato, più proattivi nella maniera in cui definiamo le nostre strategie a livello globale. Tutti stanno aspettando il ritorno del turista, dedicandosi all’acquirente locale, il che significa che quelli che non avevano una presenza forte su certi mercati han dovuto ricominciare da capo, lavorando sulla notorietà ed i valori del brand, e costruire un nuovo mercato. Per l’Italia siamo molto attenti ad una nicchia di nostri clienti abituali che si sono già avvicinati al marchio, continuando a seguirli attraverso la nostra manifattura o tramite i nostri partners, Pisa, Rocca, ecc, non abbiamo intenzione di allargare il network, poiché abbiamo bisogno di avere abbastanza pezzi per servire bene il cliente con grande attenzione.

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