Ospite d’onore – Marcello Borsetti, Presidente di Assorologi

03 luglio 2023

Marcello Borsetti, Direttore Commerciale Citizen Watch Italy spa e già Vicepresidente dell’Associazione, il 23 marzo scorso è stato nominato nuovo Presidente di ASSOROLOGI. Subentra a Mario Peserico (Eberhard Italia) che lascia dopo 16 anni di attività ma che mantiene la carica in Consiglio con la Delega alle relazioni internazionali. La Vicepresidenza è stata assunta da Simone Binda (Binda Group), mentre Elena Rusinenti (Rolex Italia) è stata confermata Vicepresidente vicario.

In qualità di organo ufficiale di informazione di Assorologi abbiamo avuto il piacere di intervistare il dott. Borsetti.

La Clessidra da 1945: Innanzitutto complimenti per la nomina, in qualità di organo ufficiale di comunicazione di Assorologi Le diamo il benvenuto e Le chiediamo subito se ha già predisposto un piano di innovazioni e nuove iniziative e se le può descrivere ai nostri lettori.

Marcello Borsetti: stiamo studiando qualche cosa in più e di nuovo rispetto a quello che già l’associazione fa, io mi inserisco sostanzialmente in un processo già avviato, poiché le attività sono tante, dato che abbiamo un panorama normativo in continua evoluzione che deve essere continuamente presidiato, interloquendo – ad esempio – con le autorità; abbiamo il tema del mercato e quello della scuola di orologeria, così come il supporto agli associati per quanto riguarda l’interpretazione di normative, che spesso nascono magari per altri settori e poi finiscono per coinvolgere il nostro. Queste attività sono sempre state fatte, ma in realtà, normative e richieste sono sempre aggiornamento; la sostenibilità e l’economia circolare si sono evolute, per cui occuparsi anche di questo, nella continuità storica è di fatto una novità. Quello che è sul tavolo del Consiglio è uno studio ed approfondimento del mercato con una prospettiva non solo storico-statistica, ma in virtù del fatto che negli ultimi anni ci sono stati degli scossoni al mercato, desideriamo supportare gli associati, fornendo strumenti di analisi e di lettura del mercato stesso, in ottica prospettica, in sostanza “cosa sta succedendo e dove stiamo andando”.

C’è un altro tema, di fatto storico, ma in realtà nuovo: promuovere la legalità e combattere la contraffazione; si tratta di un problema storico ma che ora ha delle situazioni nuovissime, quindi continuare ad occuparsi di contraffazione significa iniziare a fare attività nuove. Stiamo studiando un progetto, utilizzando tecnologie nuove, per mettere in atto interventi veloci, per arginare e stare al passo della pirateria che si muove molto veloce. Quindi di fondamentale importanza è capire, intercettare ed intervenire su quelle che sono manifestazioni nuove di fenomeni che riguardano il settore da molto tempo.

 

L.C.: Da una voce autorevole come la Sua, vorremmo che descrivesse la Sua visione attuale del mercato, che Lei ha citato, e quella che si aspetta fra 12/24 mesi.

M.B.: Sono ottimista, alla luce di una mia personalissima visione dell’orologio oggi, gli ultimi dati raccolti mostrano il mercato dell’orologeria in una dinamica che recupera i livelli pre-pandemia; all’interno del mercato c’è un segmento medio-alto che sta trainando la restante parte, l’indicazione  è che il momento storico difficilissimo, pandemia, lockdown, crisi internazionale inedita dall’ultima Guerra Mondiale, con costi di energia e materie prime a livelli mai visti, inflazione in ascesa, cambi di Governo..tutti fattori che comportano grande difficoltà per il nostro settore, ed invece l’orologeria si sta dimostrando essere molto brillante. Non solo l’orologeria più classica, quella meccanica, che sta vivendo un trend assolutamente positivo, ma anche la sua parte più moderna, vale a dire lo smartwatch. Questo andamento positivo, in un momento così difficile, indica che l’orologio, ancora oggi, ha dentro ancora così tanto valore, in termini di storia, di cultura, di tradizione, di prodotto, da riuscire ad attirare e cogliere l’interesse del consumatore; questo mi fa essere positivo perché l’orologio è in grado di attraversare tutto ciò che succederà nel prossimo futuro.

 

L.C.: Parliamo anche di anticontraffazione, che Lei ha citato: modifiche, cloni, repliche, in qualsiasi modo le si chiami sono illegali, come ci spiegava il Suo predecessore, come intendete intervenire sull’argomento?

M.B.: C’è un aspetto da considerare, quello culturale: la contraffazione è un qualche cosa che il consumatore vive non con piena coscienza: non si comprende pienamente, effettuando un acquisto di un oggetto contraffatto, che cosa si è alimentato veramente; si tratta di comportamenti superficiali, che però creano un danno enorme. Non si sta parlando solo dei cloni, ma anche del “secondo polso” che magari invece è un contraffatto oppure deriva da attività illecita; quindi il consumatore deve avere la cultura di rivolgersi ad aziende serie, specializzate, che garantiscono l’autenticità e la legalità del circuito. Si tratta dunque di un fattore culturale, voglio che i lettori di La Clessidra leggano queste parole e facciamo mente locale, un modo di fare cose nuove su un tema che nuovo non è ma che si presenta però sotto una luce nuova.

 

L.C.: Le chiediamo ora un Suo parere relativamente al (nostro) mondo della comunicazione: i social sono l’innovazione, la carta stampata è la tradizione. Personalmente qual’è il valore che Lei attribuisce alle due sfere? E all’interno delle due categorie cosa secondo Lei è più rilevante e cosa meno invece?

M.B: Ho una visione non dicotomica, non credo dunque che i nuovi media faranno scomparire i canali tradizionali e che la carta stampata sia destinata a morire, sono invece convinto che sia un tema di equilibrio, partito ormai da anni, e ci si trovi in una fase di riconfigurazione dei media, ognuno esprime i propri contenuti, i propri valori e forze. La carta stampata possiede il valore della solidità, ciò che è scritto, rimane, è firmato, ha un padre, una famiglia ed è un valore. Tanto più che in questo momento, online, le informazioni arrivano da tutte le parti, veloci, senza firma, e poi magari scompaiono. Per cui la solidità e affidabilità della carta stampata, essendo un punto di riferimento, già di per sé è un qualche cosa che la legittima in un mondo di grande cambiamento. Viceversa, tutto il mondo digitale offre una comunicazione immediata, pronta, veloce, molto usufruibile ma spesso superficiale, a volte anonima, per cui è un’offerta in più, molto comoda, che aiuta la diffusione, anche in formati diversi, ed è un arricchire la comunicazione, ma ha anche tutta la fragilità del non lavorare sull’approfondimento, non rappresenta un punto di riferimento, e soprattutto spesso pone la domanda dell’affidabilità. La risposta è il media tradizionale: il consumatore è frastornato da tantissime informazioni, ed invece cerca cose veloci ma sicure, affidabili. Ogni media fa la propria parte dunque, ed un marchio oggi può utilizzare quello che ritiene più opportune per i valori che intende trasmettere.

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