GLI ORAFI AL TEMPO DI COVID-19.

02 luglio 2020

VIRTUALI? NO! DIGITALI! QUANDO UNA CHIUSURA APRE NUOVE PORTE.

Lunedì 9 marzo 2020. Una giornata che non verrà dimenticata tanto facilmente e che resterà nella storia.
Il Governo italiano guidato dal Primo Ministro Giuseppe Conte impone una quarantena nazionale che “spegne” praticamente ogni attività nell’intero Paese, limitandole a quelle essenziali.
Una quarantena che in breve tempo si estende al mondo intero.
Una quarantena che porta con sé non solo disagi ma paure e che solo dopo oltre due mesi vedrà aprirsi qualche spiraglio di ritorno alla libertà: una libertà “vigilata” e in cui si deve comunque fare i conti con uno strascico di danni fisici, danni economici, danni psicologici che hanno colpito tutti e tutto, con un effetto trasversale.
Con questo dobbiamo confrontarci. Con questo deve confrontarsi anche il settore orafo, per lo più vissuto come “superfluo” ma che in realtà costituisce una voce importante nel bilancio economico nazionale con decine di migliaia di aziende e di lavoratori coinvolti.

Lunedì 18 maggio 2020. Una giornata importante che non verrà dimenticata anche dagli orafi-gioiellieri- orologiai. All’attesa ripartenza quasi totale delle attività praticamente tutti i gioiellieri hanno risposto all’appello, già preparati con i dispositivi e le misure di prevenzione previsti e le infografiche per il pubblico esposte all’ingresso e nelle vetrine. Pochi i ritardatari, che dovevano definitivamente adeguarsi alle non semplici procedure per la messa in sicurezza dei locali e del personale, secondo i costanti aggiornamenti forniti da Federpreziosi Confcommercio con il documento COVID–19 FASE 2: LINEE GUIDA PER LA RIPARTENZA TRA OBBLIGHI DI LEGGE E BUONE PRASSI predisposto in maniera specifica per il settore orafo.
Moltissimi i post e le stories di gioiellieri apparsi su facebook e instagram nelle prime tre giornate di riapertura. Messaggi per annunciare “siamo qui!” con i commenti di bentornato da parte dei clienti e anche con quelli di incoraggiamento dei colleghi per i più preoccupati, con immagini delle gioiellerie che hanno voluto mostrare con orgoglio le infografiche della Federazione anche per dire “siamo della squadra Federpreziosi Confcommercio”.
Pronti con grande forza di volontà, preparati ad affrontare le inevitabili difficoltà di una incerta ripresa e del rispetto delle giuste normative, ma anche incoraggiati da esperienze solo apparentemente insignificanti che alcuni colleghi hanno raccontato. C’è spazio anche per qualche aneddoto: la prima vendita è stata un ciondolo – regalo “rimandato” per la festa della mamma – acquistato con tante banconote di piccolo taglio da un ragazzino; i significativi applausi da parte dei passanti/amici e dei commercianti dei negozi vicini non coinvolti nel lockdown nel momento in cui un orafo del centro storico ha rialzato la serranda tornando ad illuminare la strada con le sue vetrine; la figliola che a causa della pandemia ha perso la mamma e chiede al gioielliere di dare nuova “vita“ alla collana che era solita indossare; i clienti che si sono affacciati in gioielleria anche solo per dare il benvenuto e complimentarsi per aver fatto una bella vetrina che riporta alla tanto sospirata normalità. Gesti che se prima davano soddisfazione ora sono una “carica” ulteriore per affrontare con ancora maggior grinta questa nuova sfida.

In questi due mesi, da molti definiti “sospesi”, non ci siamo fermati: quanti incontri sul territorio, quanti meeting a livello nazionale per sensibilizzare gli associati e contribuire in maniera incisiva all’aggiornamento nella formazione professionale! Dati su dati, condivisione di esperienze con esperti e tra colleghi! Quel vero e proprio “Giro d’Italia” – come era stato definito quando aveva preso il via alcuni anni or sono – ha semplicemente cambiato modalità e, anzi, abbiamo dovuto accelerare il ritmo e aumentare l’impegno per non far mai mancare quel supporto di consulenza che in un momento di pesante emergenza costringe ad affrontare problematiche sempre più complesse, dovendo ottemperare a decreti e regolamenti spesso di difficile interpretazione.
In questo contesto quelli che prima erano strumenti propedeutici al miglioramento delle nostre attività – da quelle degli operatori a quelle delle istituzioni che li rappresentano – ora sono diventati vitali per la “sopravvivenza”.
La Federazione ha saputo continuare il suo “Giro d’Italia” in digitale e renderlo ancor più coinvolgente. E’ stato possibile raddoppiare le occasioni di incontro con webinar e video meeting, ottenendo, tra gli altri effetti positivi, quello di allargare la platea dei partecipanti non essendo necessari spostamenti fisici. Nell’arco di oltre due mesi di lockdown imposti da COVID-19 sono state oltre 40 le riunioni “virtuali”, dalle Alpi alla Sicilia, in cui sono state raggiunte anche punte di 240 partecipanti. Si sono potuti creare momenti estemporanei d’incontro e ascoltare non solo timori e perplessità, ma anche tanti progetti per ripartire con una rinnovata volontà, consci della grande sfida che attende il settore e mantenere costante e immediata l’informazione attraverso i canali social e le tempestive rassegne giornaliere della stampa nazionale e locale.
Non da ultimo, acquisendo maggiore familiarità con nuove modalità di comunicazione, si sono potuti rafforzare i rapporti con le associazioni del settore nel resto del mondo grazie a confronti in webinar internazionali.

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