Sua Maestà, il Cronografo

Dal numero di Aprile di La Clessidra dal 1945

13 aprile 2017

Racconti d’Alta Orologeria…

Il territorio dell’Haut-de-Gamme è frequentato da Case e da modelli che, anno dopo anno, ne tracciano contenuti e confini. L’unica regola è l’eccellenza, l’unica esigenza è regalare un sogno. In questa rubrica, vogliamo focalizzare l’attenzione su questi due elementi, senza commentare, ma solo raccontare…

Patek Philippe, ref. 5170R, in oro rosso, in due versioni di quadrante, argenté e nero ebano.

Patek Philippe, sin dalla sua fondazione avvenuta nel 1839, appartiene alla ristrettissima cerchia delle Case produttrici che rappresentano il top nell’ambito dell’Alta Orologeria, facendo della perfezione la propria filosofia.

La Maison ha voluto creare, nel 2010, un nuovo cronografo che rappresentasse l’eccellenza assoluta nel contesto di questa specifica complicazione. Ecco allora il lancio del crono 5170J, in oro giallo e quadrante bianco, dotato del nuovo calibro CH 29-535 PS. Oggetto di piccoli restyling del quadrante, nel 2016, la referenza è stata aggiornata con il 5170R e il 5170G, rispettivamente in oro rosa e oro bianco. Classe, stile ed eleganza assoluta. Solo con queste parole si può riassumere questo segnatempo. La Maison ginevrina ha creato e continua a produrre un orologio dal quadrante pulito, linee essenziali, contatori immediatamente riconoscibili e ben leggibili.

Il 5170 è dotato di un cuore pulsante di eccezionale qualità, nonché di soluzioni tecniche innovative. Sviluppato dopo ben 5 anni di ricerche, studi delle forze e delle energie, miglioramenti nell’ambito degli attriti, il calibro CH 29-535 PS è il meccanismo perfetto secondo la filosofia Patek, vale a dire espressivo di affidabilità, precisione, comfort dell’utilizzatore e ovviamente durata nel tempo. Completamente pensato, realizzato e messo a punto in-house, il calibro è dotato di 6 nuovi brevetti, oltre a varie innovazioni funzionali di elevatissimo livello:

1) ottimizzazione dei pro li dei denti, che evitano qualsiasi salto od oscillazione della lancetta dei secondi crono, migliorando la trasmissione dell’energia e di conseguenza riducendo l’usura;

2) penetrazione degli ingranaggi migliorata grazie ad una maggiore regolazione: tale regolazione tra la ruota del crono e la ruota d’innesto è realizzata tramite un “cappello eccentrico” situato sopra la ruota a colonne ed il becco della bascula d’innesto;

3) sincronizzazione tra la bascula di innesto e la leva di blocco (o di freno) migliorata, tramite un dito posizionato sulla bascula stessa;

4) la camma del contatore minuti è stata ripensata, creando un ansa che compensa ed evita gli urti all’atto della rimessa a zero;

5) al ne di migliorare al massimo la sicurezza e l’affidabilità del meccanismo, sono stati creati ed implementati nuovi martelli di rimessa a zero, autoregolanti;

6) i martelli dei minuti e dei secondi sono ora indipendenti, ruotano liberamente sul medesimo asse fra le pietre, ciascuno entrando in contatto col proprio “cuore” mediante la rispettiva molla, migliorandone la rotazione.

Ecco il fronte posteriore del calibro CH 29-535 PS, in cui vediamo il dispositivo crono integrato. Si tratta di uno schema cronografico classico, a ruota a colonne con innesto orizzontale (bascula d’innesto con la tradizionale forma ad “S”). La regolazione della penetrazione degli ingranaggi tra la ruota del cronografo e la ruota d’innesto si ottiene mediante un grande “cappello eccentrico”, posizionato sopra la ruota a colonne e mediante il becco della bascula d’innesto, il che consente una regolazione più precisa.

E cosa dire, poi, del contatore istantaneo dei 30 minuti crono, molto più complesso da realizzare dei semi-istantanei o degli istantanei tradizionali, oppure la ruota conduttrice del cronografo, o “sur champ”, che invece di essere montata dall’orologiaio è direttamente collegata al ruotismo. Il cronografo è dotato di ruota a colonne, con un cappello sovrastante che, a garanzia del continuo e costante funzionamento anche in caso di urti violenti, contribuisce a mantenere in posizione l’estremità della bascula d’innesto. I ponti, da tradizione orologiera, sono debitamente separati (vediamo quello del bilanciere, del contatore dei minuti, del ruotismo funzionale alla lancetta centrale dei secondi crono, della ruota di scappamento, della ruota dei piccoli secondi), per continuare, poi, con 33 rubini, bilanciere Gyromax a quattro raggi e quattro masselottes di regolazione, frequenza di 28.800 A/h, e spirale Breguet, per un totale di 269 pezzi complessivi. Il calibro CH 29-535 PS raggiunge l’eccellenza anche in termini di finiture. Tutte le componenti, anche le più piccole, sono smussate, lucidate, perfezionate e decorate a “Còtes de Genève”, esclusivamente a mano. Ne sono un esempio le ali dei pignoni, che, sono lucidate a mano ad una ad una utilizzando un mola in legno di bosso, in modo tale da ridurre gli attriti, l’usura e ottimizzare la trasmissione dell’energia (la riserva di carica è di ben 65 ore, di cui oltre 58 se attiva la funzione crono).

La cassa del 5170 viene realizzata in maniera classica, con vari stampaggi a freddo con pressioni di diverse tonnellate, partendo dall’oro massiccio, no a raggiungere la dimensione finale di 39,40 mm. Fra uno step e l’altro, le casse vengono poste in forni, in modo tale da far perdere le tensioni create durante le fasi di stampaggio, e successivamente, ancora grezze, sono sottoposte al lungo e paziente lavoro di ébavurage e lucidatura. I maestri artigiani, utilizzando strumenti sempre più fini, portano le casse alla lucidatura perfetta (da quel momento, le casse verranno toccate solamente con i guanti, in maniera tale da non poterle scalfire). Il quadrante prevede una disposizione classica dei contatori dei piccoli secondi al 3 e dei 30 minuti istantanei al 9, con l’unica licenza del posizionamento leggermente sotto l’asse centrale dell’orologio. I pulsanti delle funzioni crono, realizzati con la classica forma rettangolare, sono posti al 2 e al 4: il primo per la funzione start-stop, il secondo per la rimessa a zero.

La versione 5170R-001 presenta il quadrante argenté mat, mentre la versione 5170R-010 presenta un quadrante nero ebano mat, con cifre Breguet applicate in oro. Sul retro l’orologio prevede un cristallo di zaffiro a far mostra del calibro CH 29- 535 PS. Questo capolavoro è completato da un cinturino in alligatore a squama quadrata, interamente cucito a mano, chiuso da un fermaglio déployante in oro.

Un notazione necessaria riguarda il Sigillo di Patek Philippe, un blasone dove si intrecciano le iniziali PP. Tale marcatura posta sul ponte dei minuti crono, indica che tutte le singole componenti dell’orologio sono state sottoposte al controllo del Comitato di Sorveglianza di Patek, allo scopo di veri care che soddisfino tutti i severissimi criteri estetici e tecnici del regolamento. In particolare, il Sigillo si riferisce all’orologio nel suo insieme, non solo al meccanismo, dunque comprende calibro, cassa, quadrante, lancette, pulsanti, cinturino e fibbia déployante, oltre ad aspetti quali precisione, affidabilità, qualità ed efficacia generale. Rappresenta, in sostanza, un marchio di qualità globale e per un orologio eccezionale.

 

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