Chi è Jean Christophe Babin, CEO di Bulgari

19 dicembre 2015

 

 

Ogni volta che incontriamo Jean Christophe Babin, ed è successo ormai tante volte, ci sono sempre mille spunti e motivi d’interesse, sia che ci si trovi in un circuito automobilistico, che in una serata con centinaia e centinaia di invitati, che presso il suo ufficio o in fiera, durante Baselworld. E’ la prima volta che lo intervistiamo approfonditamente da quando, dopo la lunga esperienza in TAG Heuer, ha assunto il ruolo di CEO di Bulgari. Le sua qualità manageriali, la sua creatività, la passione che mette nel lavoro sono proverbiali e lo sta dimostrando ampiamente anche in una realtà straordinariamente complessa e impegnativa come quella della leggendaria Casa romana. Ci ha dato udienza, con la consueta disponibilità e gentilezza, durante l’ultima edizione di Baselworld, assai significativa per Bulgari e, come sempre, è stato un fiume in piena.

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Bulgari, quest’anno è tornato sulla sua storia straordinaria e sul suo orologio più iconico, il BVLGARI-ROMA. Un modello sul quale è difficile intervenire perché è da lui che è partita l’avventura orologiera vera e propria della Casa. Quali sono stati i presupposti prima, e gli obiettivi poi, per affrontare questa sfida? 

Il Bulgari-Roma costituisce l’”ingresso” storico di Bulgari nel segmento degli orologi “quotidiani”. Fino al 1975, la Casa aveva creato modelli straordinari, ma tutti rigorosamente in versione gioiello. In quell’anno, l’entrata nel contesto più quotidiano del segnatempo chic avvenne con un design all’epoca rivoluzionario, dall’impatto “verticale” della carrure, all’incisione del logo sulla lunetta con caratteri lapidei, così come avveniva nelle iscrizioni epigrafiche dell’antica Roma, largamente diffuse in epoca imperiale. Fu un successo immediato e, ancora oggi, è la nostra linea di maggior successo. Siamo voluti tornare alle radici di quell’orologio leggendario, rendendolo ancora più elegante a motivo dell’impiego del movimento Finissimo e abbiamo previsto anche una versione in acciaio ad un prezzo estremamente competitivo. E, poi, non ci siamo fermati all’uomo, ma abbiamo voluto celebrare Bulgari-Roma pure per la donna, usando per la prima volta la giada e raccogliendo in tal senso l’input della tradizione e della cultura estetica cinese: il risultato è il primo modello di gran lusso che coniuga diamante e giada. All’inizio era stato pensato solo per il mercato cinese, ma una volta completato, osservandolo, esprimeva magia e, così, ne abbiamo esteso la destinazione: la texture della giada crea riflessi cangianti e con l’oro rosa i contrasti sono meravigliosi. Sempre per il pubblico femminile, ecco un’altra première per Bulgari, con il crisma dell’”accessibilità”, ossia un Bulgari-Bulgari in acciaio-diamanti da 28 mm. Inoltre, non ci siamo dimenticati, lavorandoci in modo intenso, di quello che può essere ritenuto il “fratello” sportivo del Bulgari-Bulgari, ossia il Diagono. E lo abbiamo fatto rilanciando l’idea dell’Aluminium, ma vent’anni dopo, utilizzando un materiale contemporaneo come il magnesio, che nessuno impiega perché è molto difficile da trattare, in abbinamento con la ceramica e il Peek (polimero ultraresistente usato nell’industria spaziale e non conduttore). Ed il magnesio, poi, è quello utilizzato in ambito automobilistico, ad esempio nei blocchi motore di Maserati e Ferrari, rifinito con un processo di laccatura unico, dall’effetto granulato e altamente performante. Il risultato è un orologio molto leggero, con un look molto diverso da Aluminium e, all’interno, il nostro movimento di manifattura Solotempo. Abbiamo, infine, rilanciato nell’ambito della collezione Diagono anche lo Scuba, un gradito ritorno, operando, anche su questo modello, sullo spessore. E’ la nostra natura di gioiellieri ad imporci di essere eleganti, il che non impedisce di definire dei design dall’architettura complessa, ma sempre attenti alla raffinatezza d’insieme.

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Sei soddisfatto?

Bulgari è una marca, ma comprende ben cinque business unit diverse e ad oggi, in tutta umiltà,  ho ancora molto da studiare e da imparare. Sono così entusiasta ed appassionato proprio perché mi trovo in una fase di apprendimento.

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Focalizzando sull’ambito creativo, ci hai abituati, nella tua precedente esperienza, a soluzioni stupefacenti ogni anno, o più o meno. E’ chiaro che la mission di quel brand è ben diversa e, quindi, quale il modo in cui, con Bulgari, cercherai di attrarre le luci dei riflettori?

Per attirare le luci dei riflettori in Bulgari, il modo è molto semplice: fare dei prodotti straordinari per la loro bellezza e per la loro coerenza con il marchio. Per me, l’obiettivo più importante è garantire la bellezza “firmata” Bulgari. E se agiamo correttamente si creerà grande interesse, senza evitare di strizzare l’occhio alla tecnologia, ma facendolo in modo intelligente e coerente, non prevedibile, creando valore aggiunto: ad esempio nell’ambito della collezione Diagono, che già di per sé richiama sportività e tecnologia e differenziandosi completamente dal concept più banale di smartwatch. Nel Diagono Magnesium, ci troviamo di fronte ad un orologio meccanico, senza compromessi, senza batteria, un modello di manifattura, costruito con materiali d’avanguardia. Un segnatempo che fornisce un vero servizio, non un cellulare da adattare al polso, come normalmente di questi tempi possiamo vedere sul mercato. Bulgari ha studiato con WISeKey, società svizzera leader nella sicurezza digitale e nell’immagazzinamento di dati, un’applicazione (una vera e propria cassaforte, denominata Bulgari Vault) per lo smartphone, che consente a cellulare e orologio di “colloquiare”. Ciò avviene, impiegando una sofisticata tecnologia operante attraverso un chip installato nell’orologio, a cui l’energia è fornita dal cellulare stesso: il chip carpisce energia dal campo elettrico che crea il cellulare stesso. L’applicazione contiene tutti i propri dati personali (carte di credito, carte di volo, conti bancari, codici personali, mail, etc…). La chiave di accesso ai dati è criptata con un codice “militare” inviolabile, connesso a dati biometrici (impronta digitale, volto, etc…), che devono essere registrati, una volta per tutte all’attivazione dell’applicazione. In sintesi, dunque, con quest’orologio abbiamo realizzato il segnatempo più svizzero che si possa creare, fondato su due valori chiave da secoli del Paese elvetico: la precisione e la sicurezza. Il Diagono Magnesium è l’unico orologio con una precisione “di manifattura” e, allo stesso tempo, custode inespugnabile di tutta la vita “digitale” del suo possessore: il 90% della sua vita perché, ormai, la componente tangibile del nostro patrimonio personale è ridotta ad una bassissima percentuale.

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Quale, in questo momento, il peso nel fatturato orologiero di Bulgari delle collezioni destinate al pubblico maschile e di quelle rivolte al target femminile, e quali gli obiettivi futuri sui due asset?

Evidentemente, per l’heritage da gioielliere di Bulgari, prevalgono gli asset femminili e Lucea ha dato un ulteriore impulso a questa tendenza. Sull’uomo cresciamo molto più della media d’incremento della Federazione delle Industrie orologiere Svizzere, sulla scia dei Bulgari-Bulgari 40 e del nuovo Diagono. Ma la marca sarà sempre più connotata al femminile che al maschile, a motivo della sua tradizione.

 

In ambito femminile, dal tuo personale osservatorio, a livello globale, è aumentato l’interesse per modelli complicati anche nel meccanismo, oltre che nell’esecuzione estetica, nel design o nell’incastonatura di pietre preziose?

Assolutamente sì, e questo rappresenta un’altra grande opportunità per Bulgari, in quanto il nostro brand non solo possiede una lunga tradizione di eccellenza nella produzione di orologi-gioiello ma è anche in grado di realizzare complicati quali il Tourbillon o il Quadri-retro, dispositivi che possono essere facilmente adattati agli orologi femminili come è già accaduto per “Berries”, ad esempio. In questo senso, Bulgari è un esempio unico sul mercato, l’unica azienda che può vantare una simile patrimonio di competenze.

 

Sei soddisfatto dell’attuale organizzazione manifatturiera della Maison, suddivisa tra Le Sentier, La Chaux-de-Fonds, Saignelégier e Neuçhatel o stai progettando un ulteriore sviluppo o modifiche logistiche nel medio-lungo termine?

Sono molto soddisfatto di questa organizzazione perché risponde ad una logica ben precisa: si tratta, infatti, di siti complementari ciascuno dei quali dedicato alla produzione di componenti strategici quali  le “Grandes Complications” a Le Sentier, le casse a Saignelegier, i quadranti e componenti per movimenti a La Chaux de Fonds e l’assemblaggio a Neuchatel. Questo non significa che la struttura non possa essere ulteriormente ottimizzata in futuro, ma sicuramente non rinuncerò all’integrazione che  ci consente più creatività, velocità ed indipendenza.

 

Sotto il profilo tecnico, Bulgari, in questo momento, sta lavorando su basi meccaniche solotempo, operando sull’ottimizzazione della precisione, oppure sta implementando soluzioni complicate particolari sulla scia dell’Octo Finissimo Tourbillon?

Stiamo lavorando su entrambi i fronti, in quanto tutti i nostri movimenti di manifattura sono stati concepiti come “piattaforme”, cioè meccanismi evolutivi studiati per accogliere ulteriori sviluppi e funzionalità. Per rispondere quindi alla tua domanda, stiamo lavorando contemporaneamente su Solotempo, Finissimo e sulle Grandes Complications.

 

Non temi che il forte focus di quest’anno su BVLGARI-BVLGARI, un’icona storica, distolga troppo l’attenzione sull’evoluzione dell’Octo, il prodotto che costituisce l’interpretazione d’avanguardia del brand?

Non sono per nulla preoccupato, anche perché non abbiamo trascurato la collezione Octo: ricordo che la collezione si è arricchita anche quest’anno e sono numerose le novità che abbiamo presentato alla Fiera di Basilea, tra cui l’Octo Finissimo in oro rosa, l’Octo solotempo tutto in oro rosa, alcune versioni dell’Octo Velocissimo in oro rosa o acciaio, oltre al modello in acciaio con quadrante blu proposto a inizio anno. Inoltre, la collezione Octo ha un fortissimo sostegno in comunicazione, essendo protagonista di circa il 90% dei nostri investimenti media mondiali sugli orologi maschili. E i risultati si sono già visti: a Natale dello scorso anno Octo è diventata la nostra prima linea nell’orologeria maschile, confermando di avere tutte le carte in regole per diventare una delle più emblematiche espressioni dell’orologeria svizzera di lusso.

 

Oggi già sei in grado di dire che la collezione Lucea ha colto nel segno, ampliando il pubblico femminile di Bulgari di riferimento, oppure i suoi tratti di design innovativi e originali devono ancora essere correttamente metabolizzati?

E’ ancora un po’ presto per dirlo perché un’icona non si costruisce in nove mesi, ma è un processo lungo, che richiede parecchi anni.  Posso sicuramente affermare che il successo di Lucea è stato immediato e che è andato ben oltre le nostre aspettative. E che, nel frattempo, anche altre nostre linee di successo quali Serpenti e Bulgari-Bulgari hanno continuato a crescere e, quindi, a darci grande fiducia nelle loro potenzialità. Se tra 10 anni Lvcea sarà diventata un’icona, vorrà dire che fatturerà quanto Bulgari Horlogerie oggi. E’ ancora una scommessa ma sono fiducioso.

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