La revisione dell’orologio

Guida alle procedure di manutenzione ordinaria di un calibro solotempo a carica manuale.

19 dicembre 2015
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Riprendiamo le operazioni  relative alla Revisione che, riassumendo brevemente, consiste nello smontare buona parte del movimento al fine di ottenere, durante la fase di lavaggio, un eliminazione completa dei  lubrificanti, ormai privi delle loro caratteristiche, incidenti nei punti di maggior attrito che ogni tipologia di meccanica presenta.

Lo strumento principale è la lavatrice, macchinario che accompagna il lavoro dell’orologiaio ormai da molti decenni; se ne vedono in giro, ancora funzionanti, esemplari risalenti agli anni ’50, le cui prestazioni, ovviamente, non sono più adeguate. Questo indispensabile apparecchio,  attraverso l’azione combinata della centrifuga, dell’ultrasuono e dei solventi chimici, è in grado di ripulire perfettamente platine, ponti, rubini ed ingranaggi, in modo da poter effettuare   un nuovo trattamento di lubrificazione. Il processo di pulitura all’interno dei vasi contenenti i liquidi ha durata e velocità di rotazione variabile: sarà la pratica e l’esperienza dell’orologiaio ha determinare il periodo temporale necessario per ottenere il migliore risultato. Tale scelta è da porre in relazione con la saturazione dei solventi impiegati e con lo stato in cui si trovano i componenti dell’orologio. Il ciclo di lavaggio termina con il passaggio  nel forno, in modo da garantire la completa evaporazione del liquido impiegato. I calibri all’interno dei cestini sono così pronti per un nuovo assemblaggio.

 

Procedura di assemblaggio dopo il lavaggio

Si comincia con lo svuotare il contenitore, esaminando con attenzione ogni singolo componente e controllando lo stato di pulitura e la sua funzionalità; raramente, ma può capitare,  in orologi non revisionati da molto tempo, possono rimanere dei residui che devono essere rimossi in maniera più incisiva, oppure, dei depositi del vecchio olio possono aver coperto e non reso visibile inizialmente un difetto o un usura eccessiva del pezzo. In questo caso, si procede alla sostituzione.

È, quindi, ovvio che in tale fase, un’accurata verifica previene futuri difetti più difficili da individuare una volta riassemblato l’orologio. Disposte tutte le parti secondo l’ordine di montaggio e controllate le relative viti, si comincia l’assemblaggio vero e proprio seguendo un preciso ordine.

Prima di tutto, si smontano il bilanciere e l’ancora, lasciati in sede per evitare eventuali  danneggiamenti durante le fasi di pulitura: avremo, così, una platina perfettamente libera ad eccezione del dispositivo di carica e rimessa, in cui l’albero con la corona offrono una valida presa nel manipolare il movimento ed evitare, in questo modo, di lasciare sgradevoli impronte sulle superfici del calibro. Si rimonta, poi, il treno delle ruote, con il proprio ponte, controllando che le stesse abbiano il giusto gioco assiale e laterale e lo scorrimento avvenga senza impedimenti. Si lubrificano, quindi, i rubini, facendo attenzione alla tipologia di olio, che deve variare di densità e viscosità in funzione dell’attrito che la ruota deve sostenere. Si tenga presente che il principio generale prevede  di  scalare il valore del cSt (centistoke, misura della viscosità dinamica) partendo dalla ruota di centro, lenta e con forte tensione, poiché  direttamente ingranata con il bariletto, per finire alla ruota di scappamento veloce e con minore resistenza.

 

La precedenza al montaggio del ruotismo consente di accedere all’aggiustamento degli ingranaggi con la massima libertà di manovra e di osservazione, in quanto sulla piastra non ci sono altri componenti che lo impediscono. Giriamo la platina dalla parte che ospiterà il quadrante e  smontiamo il copribascula,  solleviamo il ruotino di rinvio e la ruota di rimando, per lubrificare i tenoni di scorrimento dove sono inserite le due ruote. Molto spesso proprio sotto quest’ultima scopriremo il rubino della ruota intermedia, nel cui interno si scorge il perno della ruota montata in precedenza: questo ci farà da riferimento per dosare la giusta quantità di olio.

Si completa la lubrificazione del treno di ruote e dell’organo di rimessa e carica, rimettendo nella sua sede la minuteria, compreso il pignone calzante  ed  il copribascula. Va testato, in questa fase, il corretto funzionamento degli scatti che selezionano sia la carica dell’orologio sia lo spostamento del gioco sfere. Ruotiamo ora, nuovamente la platina e montiamo il bariletto dopo la “doverosa” sostituzione della molla al suo interno, operazione che garantisce la necessaria regolarità di energia erogata fino al prossimo intervento di manutenzione. Dentro il bariletto, sul fondo e sotto al coperchio, si stende un sottilissimo “film” di specifico grasso e non di olio, che più fluido per effetto della gravità finisce inesorabilmente tra le spire della molla incollandole ed alterandone le prestazioni. Inserito il bariletto e bloccato sotto al proprio ponte, si olia l’asse di rotazione della molla, la sede della ruota a corona e si conclude con il rocchetto di carica. Un attenzione particolare deve essere riservata al nottolino del sistema di arpionismo (cricchetto), spesso sottovalutato: il suo oneroso compito, come noto, consiste nel bloccare il retrocedere del Rochet, permettendo la rotazione del bariletto. La pressione esercitata su questo piccolo componente è notevolmente alta e costante, per cui richiede un ottima lubrificazione al fine di evitare notevoli danni causati da una  sua eventuale perdita di aggancio, specialmente quando la molla è in posizione di massima carica. Una breve rotazione della corona mette in rapido movimento la meccanica ed il fluido scorrimento delle ruote conferma l’ottima esecuzione di tutte le operazioni svolte fino a questo punto.

L’ultimo step riguarda il cuore pulsante del meccanismo, ovvero il montaggio delle ultime parti che compongono lo scappamento: l’ancora ed il bilanciere. Le minute dimensioni e la delicatezza di questi ultimi elementi richiede molta attenzione, in quanto anche la più piccola alterazione, come una leva d’impulso leggermente piegata, oppure un decentramento della spirale, produce un inevitabile imprecisione di marcia. Massima cura deve essere osservata nell’inserimento del blocco ponte/bilanciere, poiché la spirale si contrae e si dilata esattamente sotto la ruota di centro e nel collocarla si potrebbero intercettare la dentatura della ruota con  conseguenti deformazioni della stessa. Esaminata la tipologia di sistema antiurto posto sull’asse di rotazione del bilanciere, si apre la piccola molletta elastica, separando la pietra dalla contropietra e si deposita l’olio al suo interno.  Riassemblato il dispositivo, si ripete la manovra dalla parte opposta. Osservando con attenzione la platina, dal lato quadrante, troveremo due aperture in corrispondenza dell’ancora: queste ci consentono di lubrificare correttamente le due leve una di entrata e l’altra di uscita nel preciso punto di contatto con la ruota di scappamento.

Non rimane ora che posizionare l’orologio sul microfono del cronocomparatore per una prima regolazione di massima. Alloggeremo, poi, il calibro in un apposito contenitore, concedendogli 24 ore di rodaggio: tale operazione permette di uniformare correttamente la lubrificazione e porre in risalto eventuali difetti. Il secondo controllo di comparazione consente una registrazione ottimale di tutti i parametri che concorrono alla precisione dell’orologio. Il movimento è così pronto per  l’affichage,  ossia posa del quadrante e del gioco sfere, e per essere posto nella cassa.

Ho volutamente omesso marche e codici di riferimento dei lubrificanti da usare, in quanto è ben noto che esistono diverse scuole di pensiero, ed  ogni tecnico segue  la propria esperienza. È, invece, fondamentale per tutti, la qualità estrema  dell’olio da impiegare,  il punto di applicazione e la giusta quantità.

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